Friday, September 19, 2025

Physical Gothic: THE LAST OF US "The Last Of Us" (Preachers Cath Records/Wolfmond Prod.)

C’era una volta in Svezia, nei lontani anni novanta, la prima label Scandinava dedita alla musica goth chiamata Preachers Cath Records. Mentre nello stesso periodo la M&A metteva sotto contratto bands dalle diverse influenze come Funhouse e Medicine Rain, i Sons Of Neverland erano ancora una cover band e i DarkSide Cowboys in piena fase “cassettara”, la Preachers Cath si evidenziava per un suono post-nephiliano ben distinguibile. Tre erano i gruppi che contribuirono, attraverso le loro pubblicazioni, al “Preachers Cath sound”: i Catherines Cathedral con il fondamentale “Flowerdust”(93), i Silent Echo con il MCD di debutto “Confession”(94)  ed i The Preachers Of Neverland con il seminale post-apocal-nephilinico album “The Artificial Paradise”(95). La strada tracciata da queste tre bands, legate da un forte legame e spesso con membri intercambiabili, è
rimasta poco battuta con la “natura che ne ha ripreso possesso” fino a qualche anno fa, quando oscuri figuri vestiti di lucida pelle nera con maschere a gas, cappellacci polverosi ed armati fino ai denti di “lanciafiamme, katane e machete” si sono fatti strada tra la boscaglia ripristinando la via e reclamando la corona del “Preachers Cath sound”. Il loro nome è THE LAST OF US che una volta tolte le maschere (a gas) si sono rivelati essere capeggiati da Nick “Vincent” Holmquist e dal suo braccio destro Anders “Swans” Svensson. Il gruppo nasce nell’Estate del 2019 con l’idea di riappropriarsi del vecchio sound anni novanta proiettandolo ai giorni nostri attraverso l’album omonimo “The Last Of Us”(Preachers Cath Records/Wolfmond Prod.). Si va subito al dunque con l’iniziale “Drawn”, un singolo di solido gothic-rock old school che può essere affiancato a classici quali “Tortured” dei Catherines Cathedral o “Endemonium” dei Silent Echo ma con uno smaliziato giro di chitarra teutonico quasi “lovelikebloodiano”. La doppietta da artiglieria pesante “Before I Die” ed “Eerie The
Wolverine”, sorelle maggiori del singolo “Drawn”, vanno dirette al mood post-nephiliano di “The Artificial Pardise” di cui sono appendici e dirette conseguenze a ventisei anni di distanza. Meno accattivante è la chiusura dell’album con “Slocode” e “The Dying Man” per le quali vale il discorso fatto sull’ultimo full-length dei Guillotine Dream: troppo assoggettate al sound del gruppo di Carl McCoy (“Celebrate”/”Dawnrazor”). Spiazzante, almeno per il sottoscritto, è l’altra metà del lavoro in cui i The Last Of Us scoprono il lato meno rude e più melodico uscendo dall’orbita Nephiliana. Così, la seconda goth-hit “The Eternal Machine” è una veloce composizione dallo stile mitteleuropeo e la volubile “A Little Time” una traccia goth-post-punk molto anglosassone. Altro discorso ancora sono “Tigers Thrashing In”, “The Bleeding” e “10 Grams”, sorta di punto di congiunzione tra il softrock dei Windymills ed il gothic rock primo periodo (“Xkayp”) dei Preachers Of Neverland.  Che fare se non dare il bentornato al “figliol prodigo”  Nick a quello che è il suo primo amore? Con i The Last Of Us è riuscito pienamente a riprendersi la corona vacante del “Preachers Cath sound” mentre per quanto riguarda la “modernità”, bhè, dire “gothic rock moderno” è un ossimoro acclarato. Imperdibile ed attesissima uscita fisica limitata a 100 unità dal 15 Agosto a cinque lunghi anni da quella digitale.

TRACKLIST: 01 Drawn; 02 Tigers Thrashing In; 03 Before I Die; 04 Alittle Time; 05 The Bleeding; 06 Eerie The Wolverine; 07 The Eternal Machine; 08 10 Grams; 09 Slocode; 10 The Dying Man.

Parole scritte nel 2020

OLD SCHOOL RELEASE

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