Physical Gothic: FUNHOUSE “Sometimes I Wish” (M&A MusicArt)
Ne è passata
di acqua sotto ai ponti da quando una giovane band di Kalmar chiamata FUNHOUSE
debuttava a fine anni ottanta con un 7” dal sound figlio di Play Dead e
Skeletal Family! Da allora il
trasferimento a Malmö, uno scioglimento, una ricomposizione, la folgorazione
Missionaria, la pubblicazione di un album come “Girls”(1994) che sarà poi
fondamentale per quel che diverrà lo
“Scandinavian GothRock Style” ed il riconoscimento di “band seminale” della
scena gothic rock. Nonostante l’inizio della segnalazione abbia le fattezze di
un coccodrillo giornalistico, il gruppo Svedese è vivo e vegeto e dopo aver
vissuto in penombra per quasi vent’anni ecco “Sometimes I Wish”(M&A
MusicArt) con il quale Mikael Körner e soci tornano prepotentemente alla
ribalta attraverso il loro inconfondibile sound. Eh sì, perché “Sometimes I
Wish”, “Hate You”, “Falling” , “Bury My Heart”, “What Can I Say” o “You Will
Never See My Tears” non possono essere confuse con lo stile di nessun altro
gruppo, sono profondamente, tipicamente, vividamente “funhousiane”: armoniche
chitarre missionarie, refrain accattivanti, passionari testi incentrati su
amore/odio, tradimento ed emancipazione. L’album può essere paragonato ad una
raccolta di undici singoli dei quali sono già evergreen che balleranno i nostri
nipoti “Dark and Stormy” e “Do You Love Me”, mentre “strabiliantemente”
maestose sono “Blue Light” e “You and
You Alone” di cui mi piacerebbe sentire una versione con severi cori alla
Sisters. Lasciamo pure Wayne Hussey giocare con il dark ambient per chi vuole
risolvere i propri problemi di insonnia (Archèometre), noi stiamo belli svegli
a goderci il gothic rock con i Funhouse !
Album imperdibile, ma cosa ve lo dico a fare. Out fisicamente dal 20
Aprile.
TRACKLIST: 01 Sometimes I Wish; 02 Blue Light; 03 Hate
You; 04 Falling; 05 Bury My Heart; 06 Dark and Stormy; 07 Do You Love Me; 08
What Can I Say; 09 Stay With You; 10 You and You Alone; 11 You Will Never See
My Tears.
OLD SCHOOL RELEASE
1 Comments:
uno dei dischi dell'anno, per me
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